“Unioni civili? No, unioni renziane”: quanta fantasia agli emendamenti del ddl Cirinnà

giovanardi ok

 

 

DI SIMONE ALLIVA

Oltre 4000 proposte di modifica. Alcune delle quali decisamente creative. A partire dal senatore Malan che vuole definirle col nome del premier. Ma non mancano le “amicizie rilevanti” o la registrazione davanti ai vigili urbani. E nel Pd si alza il muro sulla stepchild.

Non unioni civili ma “unioni renziane” che sanciscono “un’amicizia rilevante” e che prevedono l’istituto dell’affidamento temporaneo per il minore. Sono solo alcune delle proposte di modifica rovesciate, in questi giorni, sul testo unico sulla “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze“, cosiddetto ddl Cirinnà. Mentre la comunità LGBT guarda con speranza al risultato del referendum irlandese sul matrimonio egualitario, in Italia truppe parlamentari preparano il terreno per battaglie che sembrano aver lo scopo di rallentare o almeno affossare le unioni civili presentate da Monica Cirinnà, senatrice del Pd. Il testo originale, approvato in commissione giustizia in Senato, è composto da 19 articoli, raggruppati sotto due titoli: il primo riguarda le unioni civili e il secondo disciplina la convivenza tra persone dello stesso sesso.

L’iter è semplice: due persone dello stesso sesso possono unirsi civilmente mediante dichiarazione dinanzi all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni; le due persone che si uniscono potranno scegliere uno dei due cognomi o entrambi; i matrimoni egualitari celebrati all’estero saranno registrati in Italia come unioni civili e lo stesso accadrà per i matrimoni in cui un coniuge ha cambiato sesso. Infine presso gli uffici dello stato civile di tutti i comuni italiani si dovrà istituire il registro delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. L’adozione è esclusa, mentre è permessa la stepchild adoption (cioè l’adozione di un bambino già riconosciuto come figlio di uno solo dei due). Riconosciuti alla coppie i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate.

Da poche ore sono stati resi pubblici gli emendamenti presentati dai parlamentari alla legge sulle Unioni Civili. Proposte di vario tono e contenuto (alcune assai fantasiose) che catturano la scena. Portano la firma di Area Popolare (Ncd-Udc) Forza Italia, passando dal Partito Democratico stesso che ha presentato il disegno di legge, fino ad arrivare a M5S e Sel.

Si parte dalle modifiche all’articolo 1 al comma 1, ossia quello che stabilisce cos’è l’unione civile. Su questo fronte gli emendamenti più “creativi” arrivano da Area Popolare e recano la firma di Carlo Giovanardi, ben 662 solo sul primo articolo. Per il senatore due persone dello stesso sesso non costituirebbero “un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni” ma “un’amicizia civilmente rilevante”, la loro unione infatti verrebbe riconosciuta non di fronte ad un ufficiale di stato civile ma con reciproca raccomandata con ricevuta di ritorno in plico, ovvero a mezzo posta elettronica (eventualmente certificata) inviata per conoscenza all’Ufficiale di Stato Civile della residenza”. Una specie di ritorno al 2007, ossia alla legge presentata da Bindi (Margherita) e Pollastrini (DS) nominata dei DiCo.

Sono più di 300 le proposte di modifica solo al primo comma, simili, con eccezioni leggere nei termini usati. La coppia potrebbe registrare la propria unione presentandosi di fronte al commercialista oppure ai vigili urbani, senza apparente nesso logico-giuridico. Questa unione che potrebbe anche avvenire tra persone “Queer”, termine che può avere un vasta gamma di significati e che può essere riservato agli attivisti radicali dei diritti LGBT ma non certo giuridicamente adatto per definire un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale.

Nella fantapolitica che anima questi emendamenti, ci sono quelli presentati da Lucio Malan, senatore di Forza Italia: l’unione civile diventa “unione renziana”. E tra i suoi 700 emendamenti si trovano alcuni che, si legge, intendono “definanziare” l’attività dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità. La richiesta è quella di togliere i fondi a quelle iniziative che non riguardano le discriminazioni razziali, emendamento che non ha nulla a che vedere con la materia in questione. Nel testo Cirinnà si legge che “può anteporre o posporre allo stesso il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all’ufficiale di stato civile”; e Malan propone di sostituire diverso con ridicolo o vergognoso: quindi può anteporre o proposporre il proprio cognome se vergognoso.

Un tentativo di ostruzionismo curioso che viene dal senatore centrista Mario Mauro, con lo scopo di delegittimare l’unione tra persone dello stesso sesso introduce una sorta di poligamia di fatto: «due persone o più persone anche dello stesso sesso, maggiorenni e capaci di intendere e di volere, unite da reciproco vincolo affettivo anche more uxorio e non solo». Una poligamia salvata in extremis da quel “non solo” che rende giuridicamente incoerente considerando il vincolo more uxorio (che non può essere che tra due persone). Ed è sempre il senatore Mauro a firmare un emendamento che prevede una sorta di viaggio per le unioni civili: si legge nell’emendamento che “due persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte al Sindaco di Roma ed alla presenza di due testimoni”. Pazienza se abitano a Crotone o Torino, il compito di unire civilmente la coppia spetta al Sindaco della Capitale.

Tra le cause impeditive per la costituzione della unione civile tra persone dello stesso sesso è presente la minore età, qui Mauro si spinge oltre: le persone devono avere più di 25 anni (come si legge in un emendamento) o più di 26 anni (emendamento successivo).

Tenta di riportare la legge sul binario del matrimonio egualitario il gruppo di Sel. Così come il M5S, facendo riferimento ad una sentenza della Corte di Cassazione che afferma come la scelta di estendere il modello matrimoniale anche ad unioni diverse da quella eterosessuale sia rimessa al legislatore ordinario. E il Partito Democratico?

Leggi tutto | QUI

Fonte | espresso.repubblica.it