Ragazzo aggredito ad Augusta, Stonewall:”l’omofobia può colpire tutti”

di Nadia Germano

Siracusa – “Prima lo ha preso in giro accusandolo di “comportarsi come una femmina“, poi lo ha aggredito con calci e pugni gridandogli “sei gay“. Un 22enne è stato arrestato dai carabinieri per aver picchiato un coetaneo sabato sera in pieno centro ad Augusta, in provincia di Siracusa. La vittima dell’aggressione è stata trasportata all’ospedale Umberto I di Siracusa, dove è ancora ricoverata in prognosi riservata. Il giovane è stato sottoposto ad un lungo e delicato intervento chirurgico oculistico ma ha perso l’uso di un occhio”. Questa la puntuale cronaca riportata dalle pagine del “Fattoquotidiano.it”, dell’ultimo di una lunga serie di episodi, decisamente moltiplicatisi su tutto il territorio nazionale con sistematicità, che vedono vittima giovani glbt aggrediti violentemente ad opera di bulli o addirittura di vere e proprie spedizioni punitive di gruppo. Intanto tra gli amici, veri o virtuali, dei social comincia a circolare la notizia che il ragazzo aggredito e ferito brutalmente ad Augusta non sarebbe gay e quindi, per questo motivo non si tratterebbe di un episodio di omofobia. In altre parole, essendo la vittima di orientamento eterosessuale, verrebbero a cadere i presupposti per un aggressione di stampo omofobico (l’aggressore ha gridato alla vittima “sei gay”)che si trasformerebbe magicamente in un “semplice” atto di bullismo, con buona pace di chi vorrebbe in questo modo preservare il privato della vittima?! A questo punto c’è qualcosa che non mi torna! Perché puntualizzare l’orientamento sessuale del giovane offeso renderebbe diverso il movente dell’aggressore ?! Perché invece non puntare l’attenzione sull’odio che da sempre si riversa a fiumi su chi si ritiene non allineato/a alla consueta tranquilla “normalità” di una comunità. Perché non ammettere che è proprio a causa di una visione distorta, che nell’immaginario collettivo vede i gay meno uomini, meno potenti sessualmente, ergo più simili alle donne, quindi peggiori, inferiori e dunque da discriminare, offendere, sopprimere, che certi soggetti siano legittimati ad individuare persone semplicemente dall’aspetto meno mascolino, meno rude, dall’abbigliamento un po’ più estroso o comunque “non allineato” allo stereotipo del macho italico, come persone da discriminare, offendere, sopprimere. Ecco riassunta e servita in poche parole la “cultura” misogina, patriarcale e sessista che ancora oggi, dopo secoli e secoli di misfatti e persecuzioni, domina una parte considerevole della popolazione italiana… Della questione ne ho voluto parlare con chi di omofobia e discriminazioni se ne intende e ne ha fatto la propria battaglia personale: Alessandro Bottaro, presidente di Stonewall Glbt Siracusa e Tiziana Biondi, vice presidente.

“Pare che l’aggressore abbia inveito contro la vittima perché pensava fosse gay, a causa del suo abbigliamento o del suo comportamento, ritenuto troppo “poco maschile e virile. Sui social purtroppo,- spiega Alessandro Bottaro – ci è capitato di leggere che, data l’eterosessualità della vittima, non si sarebbe trattato di violenza omofoba bensì di una “semplice” aggressione per futili motivi, come se la cosa più importante, per alcuni, fosse “difendere l’onore” della vittima, garantendo sulla sua eterosessualità. Sono affermazioni come queste,  – continua Bottaro – che ci lasciano ancor più l’amaro in bocca e che ci danno la conferma su quanto lavoro culturale ci sia ancora da fare sull’uso non sessista, non omofobo e non discriminatorio delle parole. Il problema non è sapere se la vittima, è etero o omosessuale ma perché sia stata aggredita.”

“L’omofobia in molti casi ha colpito e continua a colpire anche ragazzi e ragazze che non sono né gay né lesbiche e che, – aggiunge Tiziana Biondi – hanno la “colpa” di apparire non conformi, nel vestire, nel parlare, nell’atteggiarsi, etc. rispetto a una “norma” eterosessista”, sessista e machista. La violenza verbale e fisica a sfondo omofobo insomma può colpire tutti quanti indipendentemente dall’orientamento sessuale. Alzi la mano chi non ha mai sentito utilizzare le parole “gay”, “frocio”, “finocchio”, o “ricchione” come insulti. Anche questa è omofobia e va contrastata, condannata senza se e senza ma, e soprattutto prevenuta, attraverso, la purtroppo tanto osteggiata, educazione al rispetto di tutte le differenze.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo e di batterci, – concludono Bottaro e Biondi – affinché in tutte le scuole di ogni ordine e grado si affrontino i temi delle “differenze” intese come ricchezza e all’affettività. Atti di bullismo omofobo e machista come quelli subiti dal povero ragazzo di Augusta, potranno essere prevenuti ed evitati dando la giusta importanza e il giusto spazio all’educazione al rispetto di tutte e tutti e attraverso l’approvazione di leggi che garantiscano punizioni più severe e certezza della pena nonché conseguenti programmi di rieducazione per chi si è reso colpevole di terribili atti di violenza come questo.”