All’indomani delle trascrizioni di Roma , vi proponiamo l’interessante riflessione del co-presidente di Rete Lenford sull’annuncio del governo a proposito di un testo sulle unioni civili per le coppie gay.
La notizia è che il Governo Renzi entro fine ottobre varerebbe una propria proposta in materia di unioni civili da presentare al Senato. Un annuncio, ma Repubblica lo presenta nei titoli come se già ci fosse: “Ecco il disegno di legge del governo”.
Provo a non essere sarcastico, ma proprio non ce la faccio:
1) è nota la contrarietà di Rete Lenford a soluzioni che non siano il matrimonio. Con le unioni civili si sancisce finalmente che la famiglia ‘naturale’ e costituzionale è quella uomo-donna e che l’unione tra persone dello stesso sesso è qualcos’altro. Provo a fare l’indovino: già immagino il primo o il secondo articolo della proposta di questo Governo chesancisce la superiorità della famiglia tradizionale;
2) continuando ad aggettivare la soluzione proposta come “alla tedesca” si pensa di proporre un modello avanzato e di grande civiltà, ma come accade in altri ambiti (diritto del lavoro alla tedesca, legge elettorale alla tedesca ed altro) si usa un’espressione che ha solo un pallido valore evocativo, perché si ignorano completamente la storia, il contesto e i percorsi di quel Paese. Sembra che nessuno ricordi che la Germania ha introdotto la Lebenspartnerschaft nel lontano 2001, l’ha inserita direttamente nel codice civile e che nel novembre 2012 il Parlamento ha bocciato il matrimonio egualitario. Se dopo 13 anni in un paese come la Germania il matrimonio egualitario ancora non passa, forse è necessario che riflettano gli italici sostenitori della politica dei piccoli passi o di chi è convinto che in questo modo si avranno più possibilità che la Corte europea dei diritti umani disponga concretamente l’estensione del matrimonio. La dignità e l’uguaglianza non sono merce di scambio.
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Fonte | gay.it