Non si ferma la mobilitazione sulla vicenda del logo di Expo 2015 sulla locandina dell’incontro omofobo promosso dalla Regione Lombardia (qui, qui, qui e qui tutte le notizie sul caso). Mentre sul web diventa virale l’hashtag #BoycottExpo2015, alle proteste che si stanno muovendo sul web, tra lettere di protesta e proposte di boicottaggio dell’Esposizione Internazionale, arriva anche una petizione lanciata sulla piattaforma Change.org da alcuni psicologi che chiedono l’intervento del loro ordine professionale, che già altre volte si è espresso contro le terapie riparative (di cui Obiettivo Chaire che promuove l’evento del 17 gennaio è promotrice). “Non è la prima volta che la giunta Maroni esprime posizioni stigmatizzanti per tutte le persone non eterosessuali e il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, eletto nella primavera 2014, non ha ancora espresso chiaramente una propria posizione in merito – scrivono gli psicologi -. Riteniamo che il ruolo dell’Ordine degli Psicologi non sia solo quello di tutelare i propri iscritti, ma di promuovere una cultura psicologica scientificamente valida ed eticamente corretta”. La petizione si può firmare qui .
Le associazioni dei genitori e delle famiglie rainbow
Il tema dell’incontro, a cui interverrà il presidente della Regione Maroni, è la “difesa della famiglia”. Ed è proprio sul tema delle famiglie che intervengono Famiglie Arcobaleno, Agedo e Rete dei Genitori Rainbow. Con una lettera aperta inviata allo stesso Maroni, all’assessora Cappellini (anche lei tra i relatori dell’incontro), al Ministero degli Affari Regionali, all’Unar e all’Anci, le tre associazioni definiscono l’evento “ennesimo attacco organizzato con alcune figure ed organizzazioni dell’integralismo cattolico contro le persone LGBTI in tema di diritti nel tentativo di negare la liceità delle relazioni di amore tra persone dello stesso sesso e per impedire qualsiasi riconoscimento da parte dello stato alle loro unioni”. “Abbiamo il dovere di ricordare il dolore e la sofferenza che provano migliaia di giovani e meno giovani a causa degli insulti, dell’isolamento sociale, delle discriminazioni e degli atti di omofobia subiti perché omosessuali o transessuali – si legge ancora nella lettera -. E come non tenere in mente i tanti genitori che vivono la scoperta o l’accettazione della loro omosessualità o transessualità da adulti perché da giovani non si sono potuti riconoscere per l’educazione discriminatoria verso le diversità e non hanno aiuto neanche oggi dalle istituzioni per farsi comprendere dai loro figli e figlie che dalla scuola ricevono una educazione sessista e discriminatoria? E i figli di famiglie omogenitoriali che nelle stesse scuole ricevono una educazione che non contempla loro e le loro famiglie?”.
Fuori dalla Lombardia

“Questo ed altro – concludono – vorremmo poter dire in una sede autorevole se si accettasse un confronto sereno e costruttivo e soprattutto si riconoscesse valore a tutte le persone per come sono e non per come qualcuno le vorrebbe. Con la presente invitiamo la Regione Lombardia a non dar corso all’iniziativa nei termini previsti ma semmai a volerla riprogrammare in modo meno fazioso ed unilaterale”.
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Fonte | gay.it