E’ stato il movimento LGBT+ a scegliere il mese di giugno come il mese dei pride e dell’orgoglio omo-lesbo-bi-transessuale, per alcuni importanti e significativi avvenimenti che hanno di fatto segnato la nascita del movimento per i diritti e per la liberazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali, trans e non solo.
Era la notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 quando, in Christopher Street, nel Greenwich Village, a New York, all’interno dello STONEWALL INN, il bar nel quale si riuniva abitualmente la comunità GLBT+, ebbe inizio la rivolta a seguito della quale di verificarono una serie di scontri con la polizia, che era solita fare frequenti controlli e violente retate proprio in quel locale. Le persone più vessate erano le transessuali poichè i controlli della polizia e le perquisizioni erano concentrate su chi era “colpevole” del reato di ‘cross-dressing’, ossia l’indossare abiti non conformi al proprio sesso.
Quello che successe in quei giorni viene ricordato come “The Stonewall Riots” ossia “I Moti di Stonewall”.
Molte sono le testimonianze che ci ricordano cosa accadde quella notte e nei giorni a seguire, tra queste quella più significativa è quella si Sylvia Rivera, la giovane transgender che di fatto diede il via alla rivolta, lanciando una scarpa col tappo o una bottiglia a un agente, che stava per colpirla con un manganello (QUI il video della la sua testimonianza).
I moti di Stonewall, portarono a luglio dello stesso anno , alla fondazione del Gay Liberation Front, grazie a Craig Rodwell e Brenda Howardnell. Iniziative similari videro la luce in tutto il mondo occidentale, dalla Gran Bretagna al Canada, passando per Francia, Belgio e Australia.
L’anno seguente, fu proprio il Gay Liberation Front a organizzare il primo PRIDE della storia (allora chiamato semplicemente “Gay Pride”), una marcia dal Greenwich Village a Central Park in commemorazione dei Moti di Stonewall, alla quale presero parte quasi 10mila persone finalmente libere orgogliose di esserci.
Da allora, in quasi tutto il mondo, sono stati organizzati dei Pride e sono nate associazioni e organizzazioni con lo scopo, sia di rivendicare e difendere i diritti e la dignità delle persone LGBT+, sia di provare a costruire un mondo libero da stereotipi e pregiudizi causa di omomolesbotransbifobia, alla base di tutte le discriminazioni e le violenze delle quali, purtroppo ancora oggi, tropp* gay, lesbiche bisessuali, trans (e non solo) sono vittime.
E’ vero, molto è stato fatto, ma molto ancora c’è da fare, anche nel nostro paese e lo dimostrano: i fatti di cronaca, una legge “Cirinnà” sulle Unioni Civili “sfregiata” e monca (vedi stralcio della stepchild adoption) e la difficoltà nell’approvare il DDL Zan, una legge, per la prevenzione e il contrasto di omotransbifobia, misoginia e abilismo, bloccata in senato, ostaggio di becero ostruzionismo e di vergognosi tentativi di mediazioni a ribasso.
Quindi non dimentichiamo mai e soprattutto ricordiamo a chi dice che i Pride e le lotte di piazza non servono più, che, oggi più che mai, è importante che ciascuno e ciascuna di noi faccia la propria parte, mettendoci, con orgoglio: faccia, impegno, passione e determinazione! Perché “Stonewall was a riot”!