Di questo sparuto e tetro movimento di omofobi invasati, che gira per le piazze e le sale parrocchiali, avevo letto cose aberranti sul web, ma ho voluto toccare con mano e così sono andata ad una di queste riunioni.
Tutto ciò che avevo letto non solo è vero, ma è talmente tanta la violenza, l’aggressività e la menzogna del loro progetto che stentavo a credere alle mie orecchie e ai miei occhi.
Questi tizi hanno creato a tavolino una teoria – chiamandola teoria del gender – manipolando, di fatto, un concetto sociologico molto più complesso ed esteso.
Cercherò di sintetizzare i pensieri da loro espressi:
#1 Il mondo è comandato da una lobby gay che vuole imporre ai bambini l’inversione dei ruoli maschio e femmina e distruggere la famiglia tradizionale. [non c’è dato sapere come, il tono da setta misterica ha reso impossibile approfondire l’argomento]
#2 Questa lobby ha una fitta agenda gender [se è in commercio, la voglio anche io. Solo il nome è uno spasso] con obiettivi smart quali: conquistare il mondo, invertire i sessi, soverchiare l’umanità, obbligare i maschi a vestire da femmina e viceversa e infine creare dei robots senza sesso per distruggere l’umanità
#3 Gli stereotipi di genere sono belli. Tu, donna devi vestirti di rosa, fare la madre, accudire tuo marito e tacere. Tu, uomo puoi decidere tutto, lavorare per la tua famiglia ed educare i tuoi figli all’uso delle armi e alla prevaricazione. La libertà dell’autoderminazione delle persone è frutto del pensiero perverso della lobby gay che si è alleata con la lobby femminista
#4 I rapporti affettivi tra persone dello stesso sesso sono equiparati a quelli con i propri animali, con oggetti inanimati o alla pedofilia. Quando gli è stato fatto notare che la maggior parte degli abusi su minori sono compiuti in famiglia da uomini eterosessuali, ci hanno tolto la parola
#5 Le persone transessuali sono dei depravati che chiedono di poter andare più volte al giorno all’anagrafe a cambiare i documenti
#6 Il reato di omofobia è ingiusto, perché se uno vuol dire “frocio di merda” ad un suo simile, deve avere il diritto di farlo. Non è un offesa. È umorismo. Se poi vuole pestarlo di botte, umiliarlo e spingerlo al suicidio, non è aggressione omofoba, è una ragazzata.
Avendo io una matrice sociologica ed antropologica prestata alla comunicazione, per me è stata un’esperienza davvero interessante. Sembrava di essere ad una sessione di lavaggio del cervello.
Comunicazione e linguaggio da setta
#1 Uso martellante di termini come pericolo gender – minaccia gender – allarme gender – distruzione famiglia – erano ripetuti in modo sempre più insistente e con toni di voce sempre più aggressivi, in un’esclation che si è protratta per più di tre ore
#2 Uso di slide con immagini dal contenuto ad alto impatto emotivo, con ampio uso di foto di bambini strumentalizzati per la loro “causa”. Tipo questa
#3 Uso di linguaggio specistico (un misto di avvocatese e medichese) per sostenere la fuffa che cercavano di dimostrare, decostruendo – tramite la scelta di citazioni di studiosi autorevoli e persino dell’OMS – il pensiero scientifico e sociologico fino a ridurlo ad una caricatura e ribaltandone le posizioni ufficiali
#4 Limitazione del contradditorio: ci è stato “concesso” di intervenire alla fine delle due relazioni, 3 ore di martellamento senza sosta. Ad ogni domanda rispondevano sempre “Ha ragione, ma” – da bravi venditori porta porta/ testimoni di geova – e parlavano per altri 15 minuti, in modo da impedire altre domande.
Nonostante la rabbia e la frustrazione è stata una serata bellissima.
In sala c’erano 38 persone. Tutte persone di chiesa. Accanto a me c’era tutto il gruppo dei catechisti e delle catechiste. Tutti loro si sono indignati, si sono arrabbiati, si sono vergognati per l’uso spregevole che questi invasati fanno della religione e del messaggio di Gesù. Sono intervenuti quasi tutti per spiegare il loro dissenso, argomentando la loro posizione in modo davvero brillante e competente. Ci siamo abbracciati e abbiamo anche riso per le idiozie che abbiamo dovuto ascoltare.
Alla fine dell’incontro, una ragazza mi ha salutato con un abbraccio e mi ha detto:
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Fonte | fuorilogo.me