LETTERA APERTA ALLA MILITANZA (e a qualche amico) DEL PD

A questo punto dovrei scrivere e declamare a gran voce: io l’avevo detto. E infatti, lo sto facendo. L’avevo detto che la commissione sui diritti era una farsa. Anzi, peggio, un imbroglio. Bastava vedere chi c’era a capo: Rosy Bindi. Come mettere un simpatizzante del Ku Klux Klan in una commissione sui diritti dei neri. Come mettere un deputato amico dei mafiosi alla Commissione Giustizia. Come mettere una suora e il suo cilicio mentale nell’olimpo di ogni felicità.

Per l’ennesima volta, da quando è nato, dai tempi bui e ridicoli dei DiCo, il partito che si candida a governare il paese non è nemmeno capace di pronunciare le parole per quelle che sono. Non solo non sapete dire, cari amici e amiche “democrats”, termini semplici quali “matrimonio”, “amore”, “affetto”. No. Passi per Bindi, che di amore – lo si vede dai segni che l’inappetenza emotiva del credo di cui si fa portatrice, ben lontano dal messaggio di Cristo, e più vicino alla real politik vaticana, ha lasciato in modo indelebile sul suo corpo: avete fatto caso che la signora in questione non sorride mai? – di amore, dicevo, evidentemente non ne ha più memoria. Ma Bersani? E tutti gli altri? Ma siete così ridotti male, nell’inseguire le logiche di un pensiero talmente vecchio che esso stesso, se potesse, vi definirebbe obsoleti, asciutti, polverosi?

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Fonte | elfobruno.wordpress.com

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