D’ALEMA A VENDOLA: “PARLI MENO DI NOZZE GAY” LUI: “UNO SPOT”

Le parole del governatore della Puglia, che ha detto di volersi sposare, scatenano la reazione di D’Alema: “Parli più di come governare la Puglia”. Vendola: “E’ in gioco la modernità del Paese”.

Un botta e risposta di quelli a cui Massimo d’Alema e Nichi Vendola, entrambi pugliesi doc, sono abituati, specialmente a ridosso di elezioni e primarie. Questa volta, dopo il battibecco con Rosy Bindi sulla volontà del governatore della Puglia di sposarsi, l’argomento sono proprio i matrimoni gay, argomento sul quale Vendola non sembra intenzionato a cedere davanti ai potenziali alleati del Pd.
“Vendola, se parlasse meno dei matrimoni gay e un pò di più di come governiamo insieme la Puglia, forse sarebbe anche più popolare” lo ha apostrofato d’Alema dalla Festa Democratica di Reggio Emilia.
”Sono molto grato a D’Alema per l’interesse che mostra sul tema della mia popolarità – ha risposto con la sua solita ironia il governatore della Puglia a margine della presentazione della 76esima Fiera del Levante di Bari – e anche per gli spot che mi ha fatto

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parlando dei dati sull’occupazione e dei risultati del governo pugliese. Credo tuttavia che il tema che ho posto sia rilevantissimo: non è il tema della vita individuale di Nichi Vendola ma il tema della modernità dell’Italia. Io penso che questo Paese, sia dal lato del suo apparato economico, sia dal lato dei diritti del mondo del lavoro, sia dal lato dei diritti di libertà, da lungo tempo deve fare i conti con un’idea di modernità. E ciò significa più libertà”.

”La libertà c’è – ha sottolineato Nichi Vendola – quando non si convive con la paura e la precarietà del mercato del lavoro, quando il pluralismo consente la realizzazione di diritti interi e uguali per tutti. Nel mio progetto di vita vorrei e nella mia affettività vivere gli stessi diritti di tutte le altre persone”.
In un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, infatti, Vendola definisce “un’umiliazione la discussione attorno ai Pacs e ai Dico. Un dibattito sugli acronimi che serviva a stendere un velo su parole scabrose come gay o lesbiche. Come regolamentare un oggetto senza nominarlo.”

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Fonte | gay.it