Sempre la solita litania: in Italia c’è il rischio di una dittatura di gender. L’ultimo articolo che mette in guardia il popolo degli omofobi, indifesi, che non dormono la notte per paura di finire in prigione a causa delle loro “opinioni”, è apparso qualche giorno fa su La nuova bussola quotidiana: Omofobia, si riparte. Prove tecniche di dittatura. L’articolo in questione annuncia che mercoledì 9 aprile è ripartito l’iter parlamentare della proposta di legge Scalfarotto che introdurrebbe il reato di omofobia: «Un modello sociologico [… ] prevede che le minoranze sgradite a certi «poteri forti» siano vittima di una «spirale dell’intolleranza» che prevede tre tappe. La prima è appunto l’intolleranza, che è un fatto culturale: chi sostiene certe posizioni è offeso e messo in ridicolo dai media, e presentato come un ostacolo da rimuovere alla pubblica felicità. Segue la discriminazione, che è un fatto giuridico: contro chi osa affermare certe idee scattano le leggi e la prigione. Il terzo stadio è la cultura dell’odio, che va anche oltre le leggi».
Insomma, uno spettro si aggira per l’Europa: la dittatura di gender che vorrebbe mettere a tacere – con le leggi, la cultura e poi chissà, i brillantini negli occhi – le minoranze cattoliche sgradite ai poteri forti. Siccome non sappiamo più se ridere o se piangere, sapete cosa facciamo? se questi signori vogliono la dittatura di gender, gliela diamo! Ladies & gay, etero e bisessuali, gay friendly, ma anche omofobi, ecco a voi la dittatura di gender (femminile), ovvero il Governo ombra che di fatto guida questo paese (sì, sì, magari).
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Fonte | lezpop.it
