Omofobia nelle scuole: lettera aperta di uno studente

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Le segnalazioni di casi di omofobia nelle scuole aumentano sempre di più: gli studenti segnalano, i professori negano, le indagini vanno avanti. Difficile stabilire la verità, ma il dubbio è comunque meglio del silenzio che fino ad ora ha spesso coperto molti casi di bullismo emersi solo quando ormai era troppo tardi. Gli studenti stanno parlando, stanno facendo sentire la loro voce al riguardo e tra questi c’è Giorgio Barillà, sedicenne di Torino, che già lo scorso anno ci aveva contattati per raccontarci la sua esperienza di coming out.

OMOFOBIA A SCUOLA: L’APPELLO AGLI STUDENTI. Quello di questo adolescente torinese è un vero appello a tutti i ragazzi che come lui vanno ancora a scuola e che, quindi, possono fare davvero qualcosa ogni giorno di fronte al bullismo e all’omofobia:  “Io voglio rivolgermi agli studenti. Reagite. Non dovete essere gay per difendere un vostro compagno dagli attacchi del professore omofobo, non dovete essere neri o stranieri per difendere un vostro compagno dalla discriminazione nei suoi confronti. Dovete solo essere umani, guardando negli occhi il docente che tutto è tranne un educatore – nel momento in cui esprime giudizi di questo genere – e controbattere. Perché, in fondo, sapete chi è dalla parte della ragione[…] Le associazioni possono fare molto […] Segnalare serve, ma anche agire sul momento è utile. Dovete solo essere un po’ empatici, e non lasciare un vostro compagno a lottare da solo. […] Nessuno di noi è in grado di sostenere addosso a sé il peso dell’odio, il peso della discriminazione. […]  Questo fenomeno, quello dell’evitare il nascondiglio, è quello che sta dimostrando che gli studenti sono finalmente più coscienti della realtà di molti professori che dovrebbero formarli. […]

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Fonte | studenti.it