TRANSFOBIA IN ITALIA: LA TESTIMONIANZA DRAMMATICA DI DANIELA

596x373_19881_Intervista-transgender

Nella civilissima Italia del 2013 di transfobia si parla ancora poco. In tanti non sanno nemmeno cosa significhi “transfobia“. Del resto a malapena sanno cos’è un transessuale; e, se lo sanno, fanno finta di non sapere. Di non vedere.

Mi chiamo Daniela sono una transessuale cioè sono una donna nata in un corpo di un uomo” queste sono le prime parole della storia che Daniela ci ha regalto. Un racconto forte, difficile che inizia nel 1967 in una piccola cittadina del Piemonte. Qui nasce Davide che però, fin da subito “non capivo il perché dovevo avere un nome da maschio quando mi sentivo una femmina” . Davide cresce e si sposa ma non riesce a capire cosa c’è che non va in lui, non trovando la comprensione da parte di nessuno decide di dedicarsi alle figlie e al lavoro.
Nel 2010, dopo 24 anni di servizio, il licenziamento e, con esso, la depressione. Proprio in questa situazione difficile nasce Daniela: “non doveva più stare nascosta“. Daniela consulta uno psicologo e capisce, per la prima volta, cose c’è che non va in lei e nel suo corpo. Sfortunatamente la disoccupazione e il divorzio rendono tutto più difficile per Daniela che, però, non si scoraggia e dal 2011 ha iniziato la terapia ormonale per il cambio di sesso.

Nel nostro Paese la discriminazione contro le persone che vogliono vivere la loro vera identità di genere arriva a livelli inaccettabili, drammatici. I trans sono persone spesso sole, abbandonate da tutti, famiglia, figli, amici.
Come nella storia che abbiamo scelto di raccontarvi oggi, attraverso la testimonianza di Daniela, una transessuale di 46 anni.
Quando ti sei resa conto di essere una donna?
All’età di 10/11 anni giocando con mia cugina, prediligevo giochi e ruoli femminili.
Con che nome sei nata e perché hai scelto questo nome, Daniela, per la tua “seconda vita”?
Nome all’anagrafe Davide. Daniela è sempre stato il mio nome preferito al femminile
Con chi ti sei confidata?
Con la mia ex moglie
Quando hai deciso di intraprendere il percorso per diventare donna?
Nel 2011 sono andata al Cidigem dopo anni di tentativi di annullarmi e reprimere Daniela, che è sempre esistita. E tutto per l’ex moglie che non mi accettava più e per le figlie, ma sempre per volontà della mia ex perché le bambine non avevano problemi con me.
Articolo completo | QUI
Fonte | gay.tv