Unioni civili, stepchild adoption, teoria del gender: rispondiamo ai vostri dubbi

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L’universo delle relazioni familiari attraversa una trasformazione senza precedenti. Ma è accompagnata da profondi dubbi che scuotono l’opinione pubblica. Per fare chiarezza e sfatare gli “slogan” cavalcati da molti, abbiamo posto le 6 domande che tutti si fanno a Stefano Rodotà, Michela Marzano, Marilisa D’Amico. Che qui fanno finalmente piazza pulita dei luoghi comuni e ci spiegano come cambierà la nostra società.

L’universo delle relazioni familiari attraversa una trasformazione senza precedenti: si diffonde una profonda cultura dell’amore, che richiama i principi di dignità e eguaglianza, obbliga il diritto a prendere atto dei profondi mutamenti sociali, a rispettare fino in fondo la libertà delle persone.

LE UNIONI CIVILI SONO ANTICOSTITUZIONALI?

L’articolo 29 della Costituzione italiana recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare». Dunque, il ddl Cirinnà sulle unioni civili è incostituzionale.”

Risponde Stefano Rodotà, giurista attento al tema dei diritti civili, nel saggio “Diritto d’amore” (Laterza, 14 euro, 158 pagine) sgombera il campo dai pregiudizi alimentati dal gioco degli opposti estremismi.
STEFANO RODOTA’: «Si tratta di un’interpretazione chiusa e scorretta dell’articolo 29 della Costituzione, secondo cui esistono famiglia e matrimonio solo nella coppia eterosessuale. Se così fosse, dovrebbero essere contro natura tutte le leggi spagnole, portoghesi, francesi, la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti e le norme di tutti quei Paesi, inclusa la cattolicissima Irlanda, che prevedono il matrimonio gay. In realtà, come specificò nel suo intervento all’Assemblea Costituente Aldo Moro, con l’articolo 29 si intendeva definire la sfera di competenza dello Stato nei confronti di una delle formazioni sociali alle quali la persona umana dà liberamente vita. In sostanza, si trattava di ampliare i diritti, non di comprimerli. E si voleva mettere la famiglia al riparo da storiche e pesanti invasioni, che hanno sempre accompagnato i regimi totalitari. Inoltre, occorre sottolineare che oggi il Parlamento esamina il disegno di legge Cirinnà perché nel 2015 la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ha stabilito che dovrà introdurre il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso».

I BAMBINI CON GENITORI OMOSESSUALI SONO TURBATI PSICOLOGICAMENTE?

I figli hanno il diritto di essere amati da un padre e da una madre. Molti psichiatri e pediatri sono contrari alle adozioni omosessuali perché producono turbamenti psicologici nei bambini adottati.
STEFANO RODOTA’: «La stragrande maggioranza delle ricerche condotte su questo tema dimostra l’esatto contrario: gli studi non hanno riscontrato problemi o turbamenti nello sviluppo psicologico dei bambini. Dunque, l’argomento non è scientificamente sostenibile. Anzi, le critiche rivolte alle adozioni omosessuali, in nome della tutela dei bambini, purtroppo si stanno rivelando un argomento molto efficace per discriminarli. Dicendo di voler rafforzare le tutele, in realtà si tolgono anche a coloro che le hanno ottenute con la riforma del diritto di famiglia, nel 1975, e con il lungo iter successivo che ha portato alla parificazione dello stato giuridico dei figli legittimi, naturali e adottivi. Oggi si rischia di introdurre una nuova categoria di figli illegittimi e discriminati, annullando tutto ciò che era stato raggiunto con la riforma del diritto di famiglia».

LA STEPCHILD ADOPTION APRE LA STRADA ALL’UTERO IN AFFITTO?

È vero che la “stepchild adoption”, vale a dire l’adozione del figlio del partner omosessuale, apre la strada alla pratica dell’utero in affitto, oggi vietata in Italia?
EMANUELE COEN: Niente affatto. Si tratta di due istituti distinti. La maternità surrogata è vietata e resterà tale anche se il disegno di legge Cirinnà verrà approvato. Mentre la stepchild adoption, l’adozione del figlio del proprio partner, esiste dal 1983 per le coppie eterosessuali sposate. Viene riconosciuta con il consenso del genitore biologico, solo se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio, che deve dare il consenso (se maggiore di 14 anni) o comunque esprimere la sua opinione (se di età tra i 12 e i 14). A partire dal 2007, alcuni tribunali hanno esteso la stepchild adoption dalle coppie sposate ai conviventi, mentre alcune sentenze hanno disposto l’adozione da parte della convivente del figlio della madre biologica, all’interno di una coppia convivente omosessuale. Il disegno di legge sulle unioni civili, all’articolo 5, vorrebbe estenderlo a tutte le coppie, comprese quelle omosessuali. Il componente dell’unione civile continuerà ad avere la facoltà di chiedere l’adozione del figlio biologico del partner, sarà sempre necessario il consenso del genitore biologico e sarà sempre il Tribunale per i minorenni a stabilire se l’adottante ha le carte in regola e se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio.

NELLE SCUOLE ITALIANE SI DIFFONDE LA TEORIA DEL GENDER?
Alcune associazioni sostengono che nelle scuole italiane si sta diffondendo in modo subdolo la teoria del gender. Che ammette la libertà di identificarsi in qualsiasi genere indipendentemente dal proprio sesso biologico. Niente più mamma e papà, insomma, ma “genitore 1” e “genitore 2”. E invece donne e uomini si nasce, non si diventa.
Risponde la filosofa Michela Marzano, professore all’Université Paris Descartes, che nel suo ultimo libro “Papà, mamma e gender” (Utet, 12 euro, 151 pp.) riflette sui temi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale.
Michela Marzano: «Anzitutto non esiste un’unica “teoria del gender”, ma molteplici studi di genere che si sono accumulati nel corso del tempo, fin dagli anni Sessanta. Tutti questi studi partono dal presupposto che si nasce in un determinato corpo, maschile e femminile, cosa che nessuno mette in discussione. In nessuna scuola viene negata l’esistenza della paternità o della maternità: tuttavia, bisogna smettere di pensare che l’unica famiglia possibile sia quella costituita da un padre o da una madre. Oggi esistono famiglie omogenitoriali, famiglie ricomposte, famiglie costituite da due uomini o due donne. L’obiettivo degli studi sul gender è combattere contro le discriminazioni e le violenze subite da donne, gay o trans solo in ragione del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere. Occorre nominare questi pezzi di realtà in maniera corretta, non farlo equivale a mentire. Nelle scuole si insegna a decostruire gli stereotipi di genere, secondo cui per essere un uomo o una donna occorre comportarsi in un certo modo: i maschietti amano l’azzurro e i soldatini, mentre le femminucce il rosa e le principesse».

LA TEORIA DEL GENDER GIUSTIFICA LA PEDOFILIA?
È vero che la teoria del gender giustifica quasi ogni comportamento sessuale, compresa la pedofilia e la masturbazione precoce già all’asilo?
Michela Marzano: «In nessuna scuola o asilo si insegna la masturbazione precoce. Se così fosse, sarei la prima a insorgere. Quanto alla pedofilia, vale a dire l’interesse sessuale da parte di una persona adulta per i bambini o le bambine, non ha niente a che vedere né con l’identità di genere né con l’orientamento sessuale. E’ una pratica sessuale perversa, che a causa della sua pericolosità viene considerata un reato. Come ogni pratica sessuale perversa, può esistere all’interno dell’eterosessualità e dell’omosessualità. È molto importante non confondere pratiche sessuali, orientamento sessuale e identità di genere. E invece la confusione regna sovrana: non stupisce allora di leggere il messaggio di una mamma che, andata a uno dei numerosi incontri organizzati negli ultimi mesi sul gender, racconta inquieta che stanno insegnando ai figli che “al di là del proprio sesso biologico possono decidere autonomamente di appartenere a un altro genere: omosessuale, bisessuale o chi più ne ha più ne metta, includendo in questo genere anche il genere pedofilo”. E, ancora, la stessa mamma ha aggiunto: “A lungo termine, cosa peraltro già prevista nella democratica Germania, vi sarà la legalizzazione della pedofilia, che non sarà più un reato ma una condizione di genere”. Ecco, la teoria del gender serve a fare chiarezza, sfatando luoghi comuni e pregiudizi».

UNIONI CIVILI E MATRIMONIO SARANNO EQUIPARATI?
Nel ddl Cirinnà, secondo la costituzionalista Marilisa D’Amico, i due istituti sono di fatto identici. Mentre restano le differenze tra stepchild adoption e adozione piena.
Marilisa D’Amico, avvocato cassazionista e professore di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano, conosce a fondo il tema dei diritti civili, delle pari opportunità e delle discriminazioni di genere. Tra gli altri, per l’editore Franco Angeli ha scritto e curato il saggio “I diritti contesi” e il suo ultimo libro, “Orientamento sessuale e diritti civili. Un confronto con gli Stati Uniti d’America”, realizzato insieme a Costanza Nardocci e Matteo M. Winkler.

È vero che se verrà approvato il ddl Cirinnà non ci sarà più alcuna differenza tra unione civile e matrimonio?

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Fonte | d.repubblica.it