A Malta, la prima legge in Europa contro le terapie riparative. Quando in Italia?

gay

 

di Tiziana Biondi

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Ordine Nazionale degli Psicologi italiano unitamente alle più importanti associazioni scientifiche e professionali internazionali, come l’American Psychological Association e l’American Psychiatric Association, affermano, ormai da anni,che l’omosessualità è una variante naturale della sessualità e che le terapie riparative e di conversione sono non solo prive di alcuna validità e attendibilità scientifica ma sono soprattutto molto pericolose per la salute psicologica e mentale di una persona.
A ribadirlo il parlamento di Malta con l’approvazione dell’”Affirmation of Sexual Orientation, Gender Identity, and Gender Expression Bill” , la prima legge in Europa che prevede il divieto, sanzioni pecuniarie o carcere per chiunque di prescriva o pratichi terapie riparative e di conversione ai danni di persone GLBT.
La legge prevede inoltre il cambio di genere per le persone transgender al raggiungimento del sedicesimo anno di età.

Viene da chiedersi perché l’Italia debba essere sempre la “cenerentola” dei diritti civili soprattutto quando si tratta della popolazione Gay Lesbica Bisessuale e Transessuale?
Come ricorda lo stesso senatore Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico membro delle commissioni giustizia e diritti umani di Palazzo Madama, “qui da noi in Senato giacciono ancora i miei disegni di legge 2402 (Norme di contrasto alle terapie di conversione dell’orientamento sessuale dei minori) e 405 (Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso). Serve un intervento chiaro da parte del Parlamento per il diritto all’identità delle persone”.
La mia proposta sul divieto delle cosiddette ‘terapie riparative’ – prosegue il senatore dem – individua le figure professionali (psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counsellor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista) alle quali è fatto divieto di applicare queste pratiche, già condannate dai codici deontologici delle associazioni di categoria, su soggetti minorenni, pena la reclusione fino a due anni e la multa da 10.000 euro a 50.000 euro. Per le professioni che richiedono una speciale abilitazione dallo Stato, la condanna comporta la sospensione dall’esercizio della professione da un minimo di un anno a un massimo di cinque anni”.

Cosa bisogna aspettare ancora perché il nostro paese diventi davvero “civile”?
Chi ci governa prenda esempio dai colleghi di Malta!