“I miei figli gay, uno shock! Avevo paura per l’Aids, ora lotto per loro”

agedo

 

La prima impressione che si ha incontrando Ettore è quella di avere di fronte il tipico professore del Sud in pensione. La coppola in testa, gli occhiali spessi, un’espressione a tratti severa, che sei convinto sia sentore di un pensiero intransigente, tipico dei settantenni, nei confronti di ciò che fuoriesce dal “normale”. Di tutto ti aspetteresti meno che sederti in un bar con lui e sentirlo difendere con passione i diritti delle persone omosessuali.

L’aspetto in realtà non ti ha del tutto ingannato. Fino a qualche tempo fa la posizione di Ettore sull’argomento sarebbe stata molto diversa. Ma ormai sono passati un po’ di anni dal giorno in cui i suoi due figli, all’epoca 17 anni il ragazzo e 14 la ragazza, sono entrati in cucina dove si trovavano lui e sua moglie Anna per comunicare loro: “Mamma, papà, siamo gay”.

“È stato uno shock. Nella mia testa avevano scelto di essere omosessuali e io non potevo accettare questa decisione”, racconta Ettore all’Huffington Post. “Ero pieno di risentimento per le aspettative che avevo costruito su di loro e che con quell’unica frase erano state distrutte. Il matrimonio, avere dei nipoti… Ho iniziato ad aver paura di toccare mio figlio, paura dell’Aids. Li ho portati a curare dallo psicoterapeuta per sette anni. Loro non volevano andarci, ma mi hanno accontentato”.

La difficoltà maggiore nell’accettare l’omosessualità dei propri figli sta nel confronto con le altre persone: “Entri in un locale e se qualcuno ride sei convinto che quelle risate siano per te, senti gli occhi di tutti puntati addosso. In molti pensano sia l’educazione dei genitori a far diventare un ragazzo omosessuale e io mi sentivo giudicato per questo. Mi vergognavo”.

C’è un po’ di gente nel locale dove stiamo parlando, la saletta è piccola, salvo bisbigliare ogni tavolo è in grado di ascoltare quanto viene detto in quello a fianco. Ettore non parla sottovoce, non ha più vergogna di farsi sentire. Da qualche anno è presidente dell’Agedo, l’associazione genitori di omosessuali. Lotta per il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt e aiuta le famiglie che si trovano nella sua stessa situazione ad affrontare le difficoltà e a conoscere l’omosessualità.

“Non avevo mai sentito parlare davvero dell’omosessualità prima che iniziassi a informarmi dopo la scoperta dei miei figli”, racconta ad Huffington Post. “Io sono stato professore per vent’anni, ma nessuno mi ha mai detto che Oscar Wilde e Michelangelo erano gay. Non ho mai studiato in Scienze l’omosessualità. Vivevo di stereotipi. Alla fine ho visto che i miei figli erano buoni prima e continuavano ad esserlo anche dopo. Non li vedevo cambiati”.

 

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Fonte |huffingtonpost.it