C. Miriano. Se sei prete e pedofilo ti rispetta, se sei gay e innamorato chiama il popolo alle armi

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Già da tempo ci eravamo accorti che nel panorama italiano una compagine di soggetti alquanto esilaranti aveva fatto la sua comparsa. Abbiamo in seguito imparato ad ascoltare le loro testimonianze, leggere i loro testi; ci siamo resi conto che non stavano affatto scherzando, ma era troppo tardi. Perché dovete saperlo: alcuni personaggi girano l’Italia fra oratori e palazzi del potere, e indovinate di chi parlano? Di noi. Pubblicano libri pedagogici e sociologici con la leggerezza che avrei io a scrivere un trattato sull’accoppiamento delle rane albine, e indovinate su cosa scarabocchiano? Sempre su di noi. Si battono contro i diritti di una minoranza, per l’esattezza la nostra.

Gravitano intorno al pianeta “La C.”, quotidiano online (l’esperienza cartacea pare non essere andata a buon fine) e fucina di firme di luminari d’imprecisato spessore. Il direttore è un ex piddino e a detta sua “peccatore consapevole”; amante del poker, dei matrimoni bizzarri e nuovo leader dei cattolici con la C maiuscola, facciamo col K. É grazie a loro se ultimamente il “gender” ha sostituito lo “spread” nella lista dei vocaboli più inflazionati nei peggiori bar di Caracas. Grazie a loro le sentinelle hanno trovato una scusa per sfogliare un libro, di tanto in tanto (scritti anche questi da luminari d’imprecisato spessore). Grazie a loro i bambini scampati al contrabbando di organi o al turismo sessuale possono dormire sonni tranquilli, perché meglio addormentarsi sul ciglio di una strada che nel lettone in mezzo a due mamme. Grazie a noi si inventano un lavoro e si pagano pure le bollette, chapeau; non sarebbero neppure i primi, ma questo è un altro discorso.

Ebbene, non molto tempo dopo il meeting omofobo a Palazzo Lombardia, “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, ero rimasto colpito dalle dichiarazioni affidate a Facebook da una delle protagoniste del convegno (quella che si vanta di essere una sposa sottomessa al marito), dove a proposito della vicenda di Don Inzoli (ex presidente del Banco Alimentare e figura di spicco in Comunione e Liberazione, accusato di abusi su almeno cinque minori e presenza discussa al convegno medievale) scrive che a lui spetterebbe il rispetto dovuto “a ogni sacerdote”, confessando di aver pregato per la sua persona visto il momento difficile che stava attraversando. Incuriosito decido di informarmi meglio su una personalità talmente eccentrica da scendere in piazza per i diritti dei bambini e trasvolare, allo stesso tempo, sopra un palese sopruso quale la pedofilia, esercitata nientemeno da una figura ecclesiastica di grande rilievo.

La chiameremo soltanto C., dal momento che di pubblicità gratis a spese nostre la signora ha già abbastanza usufruito e non siamo in vena di regali.

C. è ciellina d.o.c. e giornalista per Rai Vaticano; incarna il perfetto esempio di quello che Hannah Arendt ha saggiamente definito “La banalità del male”. Riesce a mischiare post dove parla di moda, di collane o di smalti per discorrere poi di quanto le unioni omosessuali siano sbagliate, al pari di “organismi geneticamente modificati”, dal momento che biologicamente infeconde. Mario Adinolfi e Costanza Miriano terza vignetta di LGBT News ItaliaRacconta aneddoti a proposito della sua vita familiare; poco dopo vagheggia apocalissi gender, teorie complottiste dove le lobby gay starebbero omosessualizzando il mondo attraverso i bambini; ammonisce i genitori di stare all’erta, di informarsi convulsivamente sui programmi educativi destinati ai propri figli, contribuendo a creare un clima di terrore, quasi gli educatori nascondessero i tacchi a spillo dentro gli armadietti. Autrice di libri quali “Sposati e sii Sottomessa”, “Sposala e muori per lei”, riusciamo già dai titoli a intravedere la grottesca visione di C. sui rapporti coniugali. Certo, saranno pure citazioni di San Paolo (lo stesso che esortava gli schiavi a essere sottomessi ai loro padroni, non solo, di trattarli con rispetto); restano comunque concentrati di luoghi comuni, spesso stereotipi anche pericolosi.

La donna fa cose da femmina, l’uomo cose da maschio: l’unica soluzione per avvicinare queste due galassie è riconoscersi “sottomesse” in quanto donne; umili creature divinamente responsabili di portare sulla spalle il peso del mondo, stare buone, contraddire il maschio meno possibile.

Ascoltando le dichiarazioni di Kiko Arguello, leader della setta cristiana chiamata “Cammino Neocatecumenale”, pronunciate dal palco del FamilyDay a proposito di femminicidio (le donne vengono uccise solo perché non amano abbastanza i loro mariti. I sociologi non capiscono, sono atei) tutto mi è più chiaro.

Parlare di preservativo fa storcere il naso; redigere un serio programma di educazione sessuale da proporre ai ragazzi è ideologia gender; manifestarsi al mondo come lesbica, gay, trans è ideologia gender; rivendicare dinnanzi allo stato laico diritti civili è ideologia gender; tutto è ideologia gender.

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Fonte | lgbtnewsitalia